20.9.05

sento la mancanza del mio paese e delle montagne
tanto quanto quella di torino, della mole, delle case alte con gli abbaini, della gran madre rotonda dentro e che c'é l'eco se ci canti, del monte dei cappuccini che é quasi sempre chiuso ma se é aperto é cosí silenzioso, della mia consolata, in mezzo a quel cumulo di case strambe e con quelle forme meravigliose del barocco, della bicicletta e della piazza castello cosí come di via bologna, di lungo dora, dei ponti di pietra e dei ponti che si sfasciano, dei cantieri, della gente che cammina per la strada triste e della gente che cammina per la strada felice, dei camini, dei coppi, delle scale del castello del valentino, dei drogati del parco e dei barboni a porta nuova che sono quasi tutti tossici, dei lastricati di pietra e delle case tutte uguali e tutte diverse, della curiositá del camminare e dello scoprire, dei clacson, dei lucchetti, delle luci e di piazza cavour, del sermig, delle persone del sermig e della chiesa del sermig, della restituzione, dell'odore dell'universitá, dei pavimenti verde scuro, dei libri in italiano che puzzano di vecchio nella biblioteca, dei cestini e dei lampioni della cittá, delle periferie, tantissimo, delle tende verdi di plastica ai balconi, dei tram, del silenzio fatto di rumore del traffico.

1 commento:

Anonimo ha detto...

bravo. più passa il tempo e più scopro la tua anima. e mi viene paura di perderla. prof/km