4.1.08



"Sequenza III for woman's voice" (1964). Luciano Berio. per chi non ce l'avesse è da scaricarsi.

mi chiedo: com'è possibile cantare in questo modo? berio è berio, lo sappiamo. eppure ogni volta resto stupito.
bisogna indagare, su questa musica contemporanea.



c'è tutta una serie di personaggi, da stravinsky in poi, fino a boullez, bartok, nono, kurtag, ligeti, webern et multa alia che conosco ben poco. forse, nel jazz, alcuni vi si avvicinano, quasi per sbaglio. vedi il solito jarrett, stanko, alcuni scandinavi sconosciuti. ma a parte il fatto che non è poi così semplice da ascoltare, una volta che si entra un pò in questo mondo sembra quasi di esser di fronte a delle rivelazioni. sembra di stare in un luogo spazio temporale che non è passato ma neanche presente o futuro. è altrove. quasi un iperuranio che però ha continui rimandi al qui e ora. e mi pare, direi, che si attui finanche meglio, in questa dimensione, il Da-Sein Heideggeriano. Non è forse un pò qui quella Lichtung di cui parla?
bisogna trovare il tempo per ascoltare anche questo.

forsan et haec olim meminisse iuvabitur
forsan et haec olim audivisse iuvabitur
(se ho scritto correttamente)






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