IL PROGETTO DALL'INTERNO 3
Progettare con l’uomo.
Il problema decisivo, dunque, e il più arduo, è quello di trovare il difficile punto di incontro fra esigenze della forma ed esigenze della gente, punto d’incontro che sfugge a formule precostituite e che noi riconosciamo oggi in realizzazioni esemplari (…).
La «casa dell’architetto» per noi, lungi dall’essere oggetto di presuntuose esercitazioni, e indipendentemente dal fatto di essere pensata per sé o per altri, sta proprio alla fine di questa ricerca, là dove si identifica con la «casa per l’uomo».
Adriano Cornoldi (6)
La «casa dell’architetto» per noi, lungi dall’essere oggetto di presuntuose esercitazioni, e indipendentemente dal fatto di essere pensata per sé o per altri, sta proprio alla fine di questa ricerca, là dove si identifica con la «casa per l’uomo».
Adriano Cornoldi (6)
La progettazione è sempre stata, nei secoli, oggetto di teorizzazioni complesse con cui è più o meno sempre possibile concordare rispetto ad alcuni punti e dissentire rispetto ad altri.
Ma l’architettura è un fatto reale e pertanto è necessario riferirla all’uomo piuttosto che alle teorie che, pure, l’uomo stesso ha prodotto.
Il progetto non va quindi pensato a partire da regole più o meno astratte, estranee all’abitare, ma va costruito a partire dalla vita quotidiana e dalle relazioni che l’uomo stabilisce con lo spazio in cui vive. L’obiettivo è quello di progettare spazi “a misura d’uomo” per produrre un’alta qualità dell’abitare, concetto che riassume in sé quelli di comfort, abitabilità, benessere psico-fisico.
Nell’abitabilità si possono trovare componenti del comfort o del benessere psico-fisico ma essi hanno caratterizzazioni specifiche che non vanno confuse e che vanno mantenute separate le une dalle altre.
Nel concetto di abitabilità si possono rilevare i seguenti elementi:
- è riferibile a un riparo per l’uomo e allo spazio interno a quello;
- è riferibile ai bisogni dell’uomo negli spazi costruiti;
- assume come sua base di riferimento l’uomo ed è legato alle differenze che esistono tra uomo e uomo in riferimento all’età, al sesso, alla condizione fisica;
- in base alle differenze dette prima è legato alla modificabilità di uno spazio costruito da parte di ogni uomo;
- esistono in esso aspetti assoluti e relativi, questi ultimi dipendenti anche dalle differenze culturali;
- è mutevole con il tempo;
- non può prescindere dalla durata dell’ occupazione di un certo spazio e dai motivi e dalle caratteristiche dell’occupazione tenuto anche conto delle abitudini precedenti degli abitanti;
- è in esso fondamentale il riferimento alla salute dell’uomo, come «condizione di benessere fisico e psichico» .(7)
Il comfort è definito da Rybczynski con la “Onion Theory”: “hardly a definition at all, but a more precise explanation may be unnecessary. It may be enough to realize that domestic comfort involves a range of attributes –convenience, efficiency, leisure, ease, pleasure, domesticity, intimacy and privacy- all of which contribute to experience; common sense will do the rest. Most people –“I may not know why I like it, but I know what I like”- recognize comfort when they experience it. This recognition involves a combination of sensations –many of them subconscious- and not only physical, but also emotional as well as intellectual, which makes comfort difficult to explain and impossible to measure. But it does not make it any less real.” (8)
Subito dopo, Rybczynski commette l’errore di confondere il comfort, così definito, con il benessere psico-fisico (the well-being). Esso è, invece, la conse-guenza diretta del comfort e consiste nella sensazione del “sentirsi bene” in un dato spazio sia fisicamente (senza provare dolore, impedimenti ai sensi, fastidio) sia psicologicamente ed è contrapposto, invece, alla sensazione di mal - essere, forse più comprensibile e più definibile.
-------------------------------------------------------------------------------------
6 CORNOLDI, A., Architettura…, cit.Ma l’architettura è un fatto reale e pertanto è necessario riferirla all’uomo piuttosto che alle teorie che, pure, l’uomo stesso ha prodotto.
Il progetto non va quindi pensato a partire da regole più o meno astratte, estranee all’abitare, ma va costruito a partire dalla vita quotidiana e dalle relazioni che l’uomo stabilisce con lo spazio in cui vive. L’obiettivo è quello di progettare spazi “a misura d’uomo” per produrre un’alta qualità dell’abitare, concetto che riassume in sé quelli di comfort, abitabilità, benessere psico-fisico.
Nell’abitabilità si possono trovare componenti del comfort o del benessere psico-fisico ma essi hanno caratterizzazioni specifiche che non vanno confuse e che vanno mantenute separate le une dalle altre.
Nel concetto di abitabilità si possono rilevare i seguenti elementi:
- è riferibile a un riparo per l’uomo e allo spazio interno a quello;
- è riferibile ai bisogni dell’uomo negli spazi costruiti;
- assume come sua base di riferimento l’uomo ed è legato alle differenze che esistono tra uomo e uomo in riferimento all’età, al sesso, alla condizione fisica;
- in base alle differenze dette prima è legato alla modificabilità di uno spazio costruito da parte di ogni uomo;
- esistono in esso aspetti assoluti e relativi, questi ultimi dipendenti anche dalle differenze culturali;
- è mutevole con il tempo;
- non può prescindere dalla durata dell’ occupazione di un certo spazio e dai motivi e dalle caratteristiche dell’occupazione tenuto anche conto delle abitudini precedenti degli abitanti;
- è in esso fondamentale il riferimento alla salute dell’uomo, come «condizione di benessere fisico e psichico» .(7)
Il comfort è definito da Rybczynski con la “Onion Theory”: “hardly a definition at all, but a more precise explanation may be unnecessary. It may be enough to realize that domestic comfort involves a range of attributes –convenience, efficiency, leisure, ease, pleasure, domesticity, intimacy and privacy- all of which contribute to experience; common sense will do the rest. Most people –“I may not know why I like it, but I know what I like”- recognize comfort when they experience it. This recognition involves a combination of sensations –many of them subconscious- and not only physical, but also emotional as well as intellectual, which makes comfort difficult to explain and impossible to measure. But it does not make it any less real.” (8)
Subito dopo, Rybczynski commette l’errore di confondere il comfort, così definito, con il benessere psico-fisico (the well-being). Esso è, invece, la conse-guenza diretta del comfort e consiste nella sensazione del “sentirsi bene” in un dato spazio sia fisicamente (senza provare dolore, impedimenti ai sensi, fastidio) sia psicologicamente ed è contrapposto, invece, alla sensazione di mal - essere, forse più comprensibile e più definibile.
-------------------------------------------------------------------------------------
7 FOTI, M., L’abitabilità per l’uomo negli spazi costruiti, Torino: Levrotto e Bella, 1977.
8 RYBCZYNSKI, W., Home, cit.
Nessun commento:
Posta un commento