14.9.06

IL PROGETTO DALL'INTERNO 5


provare un forte disagio. Mi sembra di poter ritenere che questa specificità è tipica del tempo presente ed è caratterizzata da un dibattito che coinvolge tutti i campi della vita umana. Non a caso, infatti, Adriano Cornoldi, nel proporre un atteggiamento progettuale per il presente, crede di poter risolvere la questione indicando una serie di modelli che sono in continua contraddizione tra loro.
Il lavoro di Robert Venturi è chiarificante. L’abitazione moderna dovrà essere, per Cornoldi, un concentrato di binomi inscindibili, una “compresenza dialettica di qualità distinte” che facciano fronte alle caratteristiche di “complessità e contraddizione” della vita moderna (13).

È necessario, dunque, partire dall’uomo.
Rispetto ai principi elencati più sopra, ritengo che alcuni di essi debbano però essere presi come costanti “a priori” del progetto. Che abbiano, cioè, all’interno del progetto lo stesso identico valore della Scienza delle Costruzioni e dell’Impiantistica. Si tratta chiaramente dell’ecologia, del raggiungimento del comfort fisico - tecnico previsto dalla legge, della “qualità dell’abitare per tutti”.
Rispetto a questo ultimo punto la legge italiana del 9 gennaio del 1989 sull’eliminazione delle barriere architettoniche è molto chiara e non prevede soluzioni alternative. Essa non va vista come limite alla progettazione ma, anzi, come incentivo e stimolo.
Nel partire dall’uomo intravedo molte possibilità ma certamente la più convincente è quella che prende le mosse dalle esperienze di progettazione partecipata di cui Erskine, il Team X e Giancarlo De Carlo si sono fatti gli interpreti forse più conosciuti in Italia (ma non si può non citare anche Habraken, Aldo Van Eyck, Herman Hertzberger, Ottokar Uhl (14)). Ritengo che Erskine sia fra tutti quello più vicino a quest’idea di progettazione (soprattutto per i molti progetti impostati su questo approccio).
Non è possibile solamente avvicinare al progetto gli utenti ascoltando le loro esigenze e cercando di razionalizzarle per rispondere a ciò di cui essi hanno bisogno. È necessario, invece, compiere con essi il percorso progettuale, costruire insieme le scelte. Si tratta prima di tutto di un percorso conoscitivo.
Bisogna, cioè, entrare in relazione con l’utente cercando di comprenderlo nelle situazioni del quotidiano. Capire i suoi atteggiamenti, le sue sensazioni, le relazioni che egli ha con lo spazio e con l’uomo. Ed è un processo che va compiuto insieme perché in questo modo è possibile pensare l’architettura: concepire una forma, studiarne le funzioni a cui deve assolvere, comprendere il luogo in cui deve essere posta e fissarla nel tempo che la caratterizza.
L’architetto non può e non deve, in questo caso, essere semplicemente l’esecutore delle volontà dell’utente. La sua posizione è quella del progettista totale che, prima dell’edificio, pianifica il progetto. Lui ha il dovere di condurre il progetto e rappresenta l’intermediario tra esso e l’utente.
Erskine definisce la partecipazione come “The Art of understanding”: “The resulting building will, equally in both cases, bear the print of both the client’s character and desires and the design personality of the architect they have chosen to work with. Excellence in the design is a sure indication of mutual respect between architect and client.
It is when the architect has completed his input that the “house” which architects can help to create must become “home”, - and only the users can achieve this. Life moves in and has to grow and be maintained and with it the environment. Not least therefore is it so important that inhabitants have partaken in the creation process and have approved and accepted the responsibilities, possibilities and limitations of their situation.(15)

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13 CORNOLDI, A., Architettura…, cit.
14 Di quest’ultimo, certo il più sconosciuto in Italia, ricordo le pubblicazioni: UHL, O., Gegen Sätze, Architektur und Dialog, Wien: Picus Verlag, 2003; ACHLEITNER, F., MUCK, H., LIENHARDT, C., Ottokar Uhl. Werk. Theorie. Perspektiven, Wien: Schnell & Steiner, 2000; STEGER, B., KAMLEITHNER, C., Ottokar Uhl, Salzburg: Anton Pustet, 2005. (Dalla mostra “Ottokar Uhl. Nach allen Regeln der Architektur”, veranstaltet von Architekturzentrum Wien dal 03-03-2005 al 13-06-2005) .
15 ERSKINE, R., Architecture the useful and universal art, saggio presente sul sito www.erskine.se scritto in occasione delle lezioni tenute alle scuole Barlett e Architectural Association di Londra.

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